BIODIVERSITA’
Il termine ‘biodiversità’ viene coniato da Rosen W.G. nel 1985, che fuse in un unico vocabolo l’espressione ‘diversità biologica’ ideata da Lovejoy T.E. nel 1980; fusione che ebbe luogo in occasione della pianificazione del Forum sulla ‘biodiversità’ svoltosi a Washington nel 1986; il successo del termine è dovuto in particolare all’opera di Wilson E.O. e Peter F.M. intitolata ‘Biodiversity’, pubblicata nel 1988. Nel 1986, Norse E.A. definisce i tre livelli essenziali della diversità biologica: genetico (diversità intraspecifica), specifico o tassonomico (inteso come numero di specie presenti in un dato habitat) ed ecologico (inteso come entità delle interazioni reciproche tra gli organismi e fra questi ultimi e l’ambiente); i suddetti tre livelli costituiscono ciò che, a livello teorico, viene definito il ‘trittico della diversità biologica’. Dopo la conferenza di Rio de Janeiro (1992), il termine ‘biodiversità’ entra nel lessico italiano.
La ‘biodiversità’, in senso lato, è identificabile come:
a) vera e propria ‘Roccia di Sapienza’ su cui costruire un futuro sempre più teso a elevare la ‘capacità al costruttivismo’ del ‘vivente’;
b) ‘magazzino di variabilità genetica latente’, che al verificarsi di eventi imprevedibili per effetto di fattori ‘antropo-bio-geo-pedo-fisico-chimico-climatici’ è in grado di estrinsecarsi dando luogo, nell’ambito biologico, a etnie locali proprie di un determinato ‘bioterritorio’; quest’ultimo viene definito come “Un modello di gestione sostenibile delle risorse naturali di un territorio da parte delle comunità locali” (World Resources Institute, World Conservation Union, FAO, UNESCO, United Nations, 1992); questo ‘bioterritorio’ è caratterizzato da risorse endogene materiali e immateriali (culturali e sociali, esseri viventi umani e non umani); lo stesso ‘animale Uomo’ è da identificare con un ‘olobionte’, quale complesso comprendente anche vari organismi simbionti (viroma, microbioma, macrobioma) tutti in grado di influire direttamente e/o indirettamente sullo stato di ‘Felicità’ dell’ ‘animale Uomo’; l’Anselmo (1033 – 1109), maestro di profonde e intense riflessioni quotidiane, suggeriva percorsi in grado di raggiungere traguardi dinamici di ‘Felicità’; percorsi ancora validi in un contesto identificabile, oggi, con un ‘biosistema eco-antropico’, interpretabile e risolvibile in chiave ‘cibernetica’;
c) fonte infinita di informazioni atte a svolgere una funzione di ‘operatore epistemologico’: propulsore di conoscenza scientifica dei processi propri del funzionamento di un essere vivente;
d) vera e propria luce di una memoria fondante;
e) germe della vita, specialmente quello ‘antico’ e ‘locale’ o ‘autoctono’ o ‘endemismico’;
f) opportunità per rimodellare la società in modo da coinvolgere tutti nella cultura e nella ricerca della ‘Felicità’;
g) modello comunicativo sintetizzabile nell’espressione: “il futuro del passato è nel futuro, il futuro del presente è nel passato e il futuro del futuro è nel presente” (Mchtalle J.);
h) vera e propria ricchezza reale, essendo contemporaneamente l’anello di congiunzione con il passato e la base del divenire biologico;
i) massima espressione della qualità culturale comprendente componenti proprie della storia, delle tradizioni, degli usi, dei riti, dell’economia, della gestione di un ‘bioterritorio’; quindi, una vera e propria ‘carta d’identità’ di un ‘bioterritorio’;
j) non solo come un bene da difendere e da trasmettere alle generazioni future per il miglioramento della ‘qualità della vita’ ma – anche – un bene in sé stesso che ha il diritto alla propria esistenza;
k) componente unica e insostituibile del ‘dinamismo cognitivo’ proprio della ‘celebrazione della conoscenza’ i cui effetti benefici si ripercuoteranno su tutto ciò che sarà concepito per il miglioramento della vita materiale, della vita sociale, della vita di relazione, nonché della vita di solidarietà; nella fattispecie, la cultura ‘Umanistica’ svolgerà sempre piú un ruolo esaltante di quello della cultura ‘Scientifica’, specialmente all’intensificarsi del pluralismo della cultura ‘Umanistica’ e della ‘Transdiciplinarietà’;
l) “ogni tipo di variabilità tra gli organismi viventi, compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e altri acquatici e i complessi ecologici di cui essi sono parte; essa comprende la diversità entro specie, tra specie e tra ecosistemi”;
m) “la variabilità della vita e dei suoi processi includente tutte le forme di vita, dalla singola cellula agli organismi più complessi, a tutti i processi, ai percorsi e ai cicli che collegano gli organismi viventi, alle popolazioni, agli ecosistemi e ai paesaggi”;
n) alla luce delle nuove conoscenze scaturenti dalla fisica quantistica, può essere considerata una ‘manifestazione di domini di coerenza’ che si realizza in un ‘dominio di competenza quantistica’ dell’informazione concretizzantesi in infiniti eventi ‘epigenetici’ estrinsecantisi in infiniti ‘fenotipi’.